Il termine "Simbolo" è un termine molto antico che nel corso degli anni ha acquistato diversi significati. Letteralmente il termine simbolo significa "mettere insieme" dal greco συμβάλλω (symballo) dalle radici σύν «insieme» e βάλλω «gettare», in greco antico aveva anche il significato di tessera di riconoscimento. Questa era una tessera di terracotta che veniva usata per sancire un patto. Questo "simbolo" poteva essere utilizzato da due uomini, due famiglie o due città che sancivano un patto tra di loro. Inizialmente veniva dichiarato un patto , si prendeva una tessera di terracotta, il cosiddetto simbolo, veniva spezzato in due e ognuno prendeva la sua parte. Il perfetto combaciare delle due parti attestava l'esistenza di un accordo. Da qui deriva il significato di "Patto" o "Accordo" del termine "Simbolo".
Kyros, figlio maggiore di una donna chiamata Selene proveniente da un anonimo villaggio greco dal quale era fuggita verso Sparta per le accuse di adulterio che gravano su di lei. Da bambino viveva assieme al fratello minore Sora, privo della forza e della dedizione al combattimento che già contraddistinguevano Kyros. Un giorno Sparta fu attaccata da un esercito comandato da due strane figure venute per prendere Sora: Kyros, nel tentativo di fermarli, venne colpito all'occhio destro, sul quale avrà per sempre la cicatrice; incapace di muoversi, vide il fratellino allontanarsi per sempre mentre una delle due figure gli si avvicinò chiedendogli perdono: non era altro che Atena, la dea della giustizia, e il suo compagno Ares, il dio della guerra. Kyros non dimenticò mai quel giorno e, per onorare il fratello che aveva abbandonato, si tatuò sulla pelle un tatuaggio rosso che partiva dalla testa fino al braccio sinistro proprio come il segno che aveva Sora sin dalla nascita. Kyros divenne il temuto generale del più grande esercito di tutta la Grecia, successivamente sposò una donna, Lysandra, e da lei ebbe una figlia, Calliope. Come generale era temuto e rispettato da alleati e nemici, mentre Lysandra era l'unica che lo rimproverava apertamente e Calliope lo vedeva come un padre affettuoso. Durante una terribile battaglia contro un'orda di barbari, che aveva decimato il suo esercito, Kyros stava per soccombere dinanzi al martello del comandante avversario quando chiese aiuto ad Ares, cui era devoto senza sapere che era lo stesso che rapì Sora anni prima. Ares e Kyros strinsero un patto, Ares lo avrebbe aiutato ma la sua anima sarebbe stata per sempre sua. Ares lo accontentò e scese dall'Olimpo uccidendo i nemici di Kyros e legando alle sue braccia le Spade del Caos, due grandi lame attaccate ai suoi polsi per mezzo di catene e simbolo della sua forza sottomessa alla volontà del dio. Per molti anni Kyros saccheggiò, razziò e uccise in nome di Ares commettendo crudeltà finché, durante una scorribanda, violò il sacro tempio dell'Oracolo di un villaggio dedicato alla dea Atena, nonostante questa l'avesse avvertito di non entrare per nessuna ragione al mondo. Ignorando l'avvertimento Kyros sfondò la porta e, accecato dalla rabbia, non si accorse che lì c'erano anche sua moglie e sua figlia e le uccise. Da allora la sua pelle diventò bianca a causa delle ceneri dei corpi bruciati dei suoi cari che gli rimasero attaccate addosso per una maledizione lanciatagli dall'Oracolo stesso, e le sue notti furono perseguitate dall'incubo di quell'ultima uccisione in nome di Ares, dando vita alla leggenda del Fantasma di Sparta. Dopo anni di incubi, omicidi e sofferenze Kyros decise di rompere il patto che lo legava con Ares. Viaggiando indietro nel tempo all'epoca della Titanomachia Kyros si allea con Gaia e altri Titani che grazie ai suoi nuovi poteri ottenuti uccidendo le Sorelle del Destino, teletrasporta parte dei Titani nel tempo presente. Deciso ad uccidere Ares, Kyros scala l'Olimpo insieme a Gaia e agli altri Titani. La strada non è breve perché Kyros e i suoi fidati alleati devono prima scontrarsi contro gli altri dei dell’Olimpo venuti a conoscenza della sua folle impresa. Dichiarando guerra ad Ares si mette contro tutti gli dei che è obbligato a sconfiggere. Durante la sua scalata per l’Olimpo riesce ad uccidere molti Dei tra cui Poseidone, Ade , Ermes e molti altri, ma solo dopo si accorge di cosa aveva fatto. Per ogni Dio che Kyros uccideva il mondo andava sempre più in rovina ma la sua furia omicida gli annebbiava la vista, nulla poteva fermarlo. Dopo aver ucciso quasi tutti gli dei arrivò all’Olimpo dove erano rimasti solamente Zeus e Ares. Dopo una furiosa battaglia Kyros riusci a sconfiggerli ma spenta la sua furia assassina si accorse della distruzione che portò nel mondo. Non era rimasto più nulla, tutto era distrutto, tutti gli Dei erano morti e questo era solo a causa sua. I rimorsi ricominciarono e gli incubi iniziarono subito a tormentarlo tanto che tra i corpi ormai senza vita di Zeus e Ares decise di uccidersi e porre definitivamente fine alle sue sofferenze.