26 apr 2020

Covid-19 - Step 11

Orthocoronavirinae è una sottofamiglia di virus, noti anche come coronavirus, della famiglia Coronaviridae. Il nome deriva dal termine latino "corona", a sua volta derivato dal greco κορώνη (korṓnē, "ghirlanda"), che significa "corona" o "aureola". Ciò si riferisce all'aspetto caratteristico dei virioni (forma infettiva del virus) che presenta una serie di glicoproteine superficiali che danno un'immagine che ricorda una corona reale o una corona solare. Questa morfologia è dovuta ai peplomeri virali del picco (S), che sono proteine che popolano la superficie del virus e determinano il tropismo nell'ospite. Nell'uomo, provocano infezioni delle vie respiratorie, spesso di lieve entità come il raffreddore comune, ma in rari casi potenzialmente letali come polmoniti e bronchiti.
Al giorno d'oggi il Coronavirus ha causato una pandemia mondiale, partita da Wuhan si è velocemente diffuso in tutto il mondo, obbligandoci a modificare il nostro stile di vita. Il virus è molto pericoloso soprattutto per gli anziani e per chi ha gravi problemi respiratori. Il mondo non era pronto ad affrontare una pandemia mondiale e tutto ciò a causato gravi problemi non solo di salute mondiale ma anche a livello economico e burocratico. La veloce espansione del virus ha creato tanti problemi nei piccoli e medi ospedali che non riescono a contenere un gran numero di persone in terapia intensiva. Molte persone costrette a stare in casa per la pandemia non posso lavorare o sono state licenziate e questo ha causato un grande aumento di disoccupati e famiglie che non possono neanche permettersi di fare la spesa per sopravvivere.
Il governo ha imposto delle piccole e semplici regole da rispettare per poter diminuire il numero dei contagi e di conseguenza dei morti che purtroppo sono molto alti. Le regole sono le seguenti:
  • Lavarsi regolarmente le mani per 20 secondi con acqua e sapone o con un prodotto a base alcolica.
  • Quando si tossisce o starnutisce, coprire naso e bocca con un fazzoletto monouso o con l'incavo del gomito.
  • Evitare il contatto ravvicinato con persone che non stanno bene e mantenere almeno un metro di distanza.
  • Se non ci si sente bene, restare a casa e isolarsi dagli altri membri del nucleo familiare.
  • Non toccarsi occhi, naso e bocca con mani non pulite.
  • Rimanere il più possibile dentro casa ed uscire solo in casi di necessità o emergenza.
La parola Simbolo di questa pandemia è diventata "Mano". Le mani hanno un significato sia positivo che negativo. Da un lato le mani sono il mezzo di contagio più pericoloso, in quanto vengono a contatto con tantissime cose come maniglie, sedie , porte e anche altre mani. Dall'altro lato rappresentano la forza dell'uomo, che giorno dopo giorno lavora sempre con più speranza per trovare una cura, un vaccino, una soluzione a questa pandemia mondiale.
É la speranza che ci dà forza che ci fa lottare, è la sola cosa che ci resta quando tutto è perduto. ~Pandora

24 apr 2020

La simbologia nei film - L'Inferno - Step 10

Il professore di simbologia Robert Langdon perde momentaneamente la memoria a causa di un incidente, trova nella sua giacca una biocapsula contenente un micro proiettore che proietta la mappa dell'inferno di Dante disegnata da Botticelli modificata con indizi, simboli e successioni di lettere.
A causa dell'incidente il professore Langdon continua ad avere allucinazioni apocalittiche incentrate sull'inferno di Dante. Il compito del professore è quello di studiare la mappa che conduce ad un virus creato in laboratorio, voluto da Bertrand Zobrist, miliardario fanatico di Dante che vuole scatenare una peste nel mondo per ridurre la crescita demografica.
Fonti: Trailer - Visioni Apocalittiche

21 apr 2020

Il Simbolismo nell'arte figurativa - Step 9

Paul Gauguin è uno dei maggiori esponenti della corrente Simbolista nell'arte figurativa. Tra i suoi dipinti più famosi troviamo "La visione dopo il sermone", realizzato nel 1888 con l'idea di donarlo alla chiesa di Nizon. Oggi questa opera si trova alla National Gallery of Scotland di Edimburgo. Questa opera non rappresenta un evento reale ma una visione, un gruppo di donne Bretoni uscite dalla messa domenicale assiste alla lotta tra Giacobbe, un patriarca ebreo, e l'angelo. La scena manca di prospettiva, è priva di ombre e presenta colori puramente simbolici, stesi a campiture piatte e uniformi. Le Bretoni, vestite con i loro abiti tradizionali, sono inginocchiate in primo piano formando un ampio semicerchio, le cuffie creano una decorazione continua. Un albero, posto diagonalmente, divide a metà un prato rosso, simbolo di forza e passione, annulla il senso dello spazio e isola le donne dalla zona della visione istituendo una ideale frontiera fra realtà e apparizione.
L'adozione del disegno lineare, l'assenza di sfumature e chiaroscuri, l'uso di un colore antinaturalistico prevalgono in maniera assoluta. La vera novità del quadro è la coesistenza di un mondo reale e uno immaginario, collegati semplicemente da espedienti formali. Il paesaggio e i personaggi esistono solamente nella mente dei devoti in preghiera per effetto del sermone.
Il simbolismo dell'opera è evidente e dichiarato, il quadro non rappresenta una scena ma visualizza un'idea, un pensiero, un concetto. L'episodio biblico è adottato come metafora dell'eterna lotta fra bene e male. La mancanza di naturalismo è necessaria a raggiungere tale scopo. Lo spettatore non deve dubitare di trovarsi di fronte ad un quadro che lo invita a riflettere senza compiacimenti estetici.
Gauguin attraverso l'immaginazione creò una realtà più esaltante di quella visibile. Egli si pose di fronte alla natura non per rappresentarla ma per registrarne l'essenza più segreta. Gauguin propose una forma d'arte capace di tradurre fenomeni che ci sembrano sovrannaturali ma di cui abbiamo la sensazione.

18 apr 2020

Platone, il mito della caverna, Simbologia e Significato - Step 8

Il mito della caverna si trova nel VII libro de La Repubblica, uno dei più celebri dialoghi di Platone. Il tema generale del dialogo è la natura della giustizia. Occuparsi della giustizia, per Platone vuol dire occuparsi di politica, si discute di quale sia la migliore forma di organizzazione politica, di chi debba governare (i filosofi) e in virtù di quale sapere (la dialettica, che nel dialogo viene a coincidere con la filosofia stessa).
Socrate propone a Glaucone un’allegoria. Immagina, gli dice, delle persone che vivono fin dall’infanzia rinchiuse in una caverna, incatenate così strettamente da non poter neanche girare la testa. La caverna ha un’apertura che dà sull’esterno, ma la gente che ci vive ha lo sguardo rivolto verso la parete in fondo, e non vede l’uscita. Alle spalle dei prigionieri, in alto e lontano da loro, c’è un fuoco acceso che fa luce. Fra il fuoco e i prigionieri c’è un muro, lungo e basso. Dietro al muro, altre persone tengono in mano degli oggetti e li fanno sporgere al di sopra del muro. La luce del fuoco proietta dunque le ombre degli oggetti sulla parete di fronte ai prigionieri. Quelle ombre sono le uniche cose che i prigionieri abbiano mai visto, costretti come sono a star lì fermi, senza potersi voltare. Dunque, afferma Socrate, quelle persone credono che le ombre siano oggetti reali. Socrate afferma che i prigionieri sono simili a noi. Anche noi abbiamo conosciuto solo ombre, proiezioni degli oggetti reali, perché gli oggetti veramente reali, le idee, non sono conosciuti come tali da tutti. Ci vuole una buona educazione filosofica per uscire dalla caverna dell’opinione e accedere alla conoscenza e alla scienza. Socrate dice ora a Glaucone di immaginare che uno di questi prigionieri sia improvvisamente liberato dalle catene, costretto ad alzarsi, girarsi e muoversi verso l’entrata della caverna. Dopo essere stato legato al buio tutta la vita, all’inizio sarebbe accecato dalla luce e gli farebbero male gli occhi. Vorrebbe tornare indietro e non crederebbe a nulla di ciò che vede. Avrebbe bisogno di tempo per abituarsi, solo piano piano riuscirebbe a vedere qualcosa. Inizialmente, uscito dalla caverna, potrebbe soffermarsi a guardare i riflessi delle cose nell’acqua. Solo dopo, riuscirebbe a vedere le cose stesse. All’inizio gli sarebbe più facile guardare il cielo e le stelle di notte, piuttosto che le cose illuminate dalla luce del giorno. Infine, abituatosi alla luce, arriverebbe a guardare direttamente il sole. Il prigioniero liberato, finalmente in grado di vedere il sole, sarebbe felice della sua nuova condizione e compiangerebbe chi è rimasto nella caverna. Ora – dice Socrate a Glaucone – prova a immaginare cosa accadrebbe se il prigioniero liberato tornasse nella caverna. Come prima aveva avuto bisogno di tempo per abituarsi alla luce, così ora non riuscirebbe subito a vedere nell’oscurità. Gli altri lo troverebbero ridicolo e non gli crederebbero quand’egli dicesse loro che vale la pena di uscire, di vedere la luce del sole, di conoscere il mondo fuori dalla caverna. Nessuno gli crederebbe, lo considererebbero un impostore. Addirittura, se lui provasse a liberarli, a portarli fuori lo ucciderebbero per impedirglielo.
Le ombre, che i prigionieri vedono riflesse sul muro della caverna stanno al fuoco come gli oggetti reali del mondo esterno stanno al sole. Il fuoco, come il sole, è ciò che rende possibile la visione, e quindi la conoscenza.
Il sole è simbolo del buono, o del bene. Non una certa cosa buona, o un certo bene particolare, ma il buono stesso. Il bene, secondo Platone, è la condizione di possibilità della conoscenza, come senza il sole nulla sarebbe visibile, così senza il bene nulla sarebbe conoscibile.
Il prigioniero liberato dalle catene, che esce alla luce del sole, è il filosofo, che, grazie all’educazione che l’ha reso tale, può accedere alla conoscenza delle idee, fino a conoscere il bene.
La fuoriuscita del prigioniero dalla caverna è l’ascesa dell’anima verso il luogo del noetico, cioè verso la forma più alta del pensiero.
Il filosofo che esce dalla caverna non aumenta le proprie conoscenze, bensì le rende più chiare, più vicine alla realtà. Se prima conosceva solo le ombre delle cose, piano piano impara a conoscere le cose reali, e poi le idee che, secondo Platone, sono ciò che di più reale ci sia.
Acquisire conoscenza vera è una liberazione. Conoscere solo le ombre, cioè solo le opinioni, è come essere prigionieri. Il filosofo, conoscendo la realtà, le idee e il bene, conquista la libertà e la felicità.

17 apr 2020

Il Simbolo nella Poesia - Step 7

Come nella letteratura anche nella poesia il simbolismo è molto sviluppato. Tra i maggiori poeti di questa corrente letteraria troviamo Giovanni Pascoli. Le sue poesie sembrano molto semplici ma in realtà nascondono un significato molto più profondo e complesso. Alcuni esempi delle sue poesie:
  • In "Lavandare", il campo mezzo arato rappresenta la desolazione delle cose incomplete.
  • In "Temporale", il temporale è simbolo di un male che sta per investire l'uomo, mentre il casolare indica la presenza dell'uomo.
  • In "Nebbia", la nebbia rappresenta l'incapacità conoscitiva dell'uomo.
  • In "Lampo", il lampo è simbolo di epifania, la capacità di vedere le cose come sono davvero.
  • In "X Agosto", la notte del 10 Agosto denuncia la presenza di un male metafisico che attacca la Terra, la rondine è invece simbolo di Cristo, che muore perchè gli uomini non sono in grado di accogliere il bene.
  • In "Il Gelsomino Notturno",è simbolo di una vita al chiuso ovvero del nido familiare, tema fondamentale della poetica Pascoliana.
  • In "Digitale Purpurea", la digitale purpurea rappresenta tutto ciò che è peccaminoso, che deve essere evitato.

X Agosto


San Lorenzo, Io lo so perché tanto
di stelle per l’aria tranquilla
arde e cade, perché sì gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.

Ritornava una rondine al tetto:
l’uccisero: cadde tra spini:
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.

Ora è là come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell’ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.

Anche un uomo tornava al suo nido:
l’uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido
portava due bambole in dono…

Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.

E tu, Cielo, dall’alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d’un pianto di stelle lo inondi
quest’atomo opaco del Male!

Fonte: X Agosto

16 apr 2020

Il Simbolo nella Letteratura - Step 6

Nella letteratura il simbolo è protagonista della corrente letteraria del simbolismo. Chi fece un grande uso dei simboli nelle proprie opere fu soprattutto Dante Alighieri con la sua "Divina Commedia". Dante studiò per molti anni la numerologia, lo studio della possibile relazione mistica tra i numeri e le caratteristiche di oggetti fisici o esseri viventi, e ciò è molto evidente nella sua opera, infatti possiamo notare il continuo ricorrere di alcuni numeri che acquistano determinati significati. Tra questi troviamo:
  • 1 l'origine di tutte le cose , rappresenta la perfezione e l'assoluto, infatti è Simbolo di Monoteismo.
  • 3 Simbolo della Trinità Cristiana che rimanda alla perfezione e alla conoscenza.
  • 9 il quadrato di 3, rappresenta il cambiamento e l'invenzione
  • 10 Simbolo della totalità della realtà rappresentata, richiama i 10 comandamenti che Dio affidò a Mosè sul monte Sinai.
Oltre alla numerologia troviamo nella Divina Commedia molti altri simboli che rimandano quasi tutti al Cristianesimo, per esempio troviamo la Pantera che simboleggia Cristo, la Lonza simbolo di Lussuria, il Leone simbolo di Forza e molti altri ancora che è possibile leggere qui : (Simbologia della Divina Commedia). 

15 apr 2020

Pubblicità "Simbolo" - Step 5

Nelle pubblicità il Simbolo del prodotto o dell'azienda è quello che la rende efficace o meno.
Un semplice simbolo che può essere istantaneamente riconosciuto e che suscita lo spettatore a acquistare il prodotto.

14 apr 2020

Il "Simbolo" nella Mitologia - Step 4

Simbolo e Mitologia hanno un rapporto molto stretto. Il mito riesce a trasmigrare da una struttura religiosa ad un altra servendosi della parola e soprattutto dei simboli, utilizzati come veicoli ed elementi unificanti. Nella Mitologia gli Dei stessi sono simbolo onnipotente di qualcosa di terreno. Nella mitologia greca ad esempio Zeus è il Dio del Cielo, Ares è il Dio della Guerra, Poseidone il Dio del Mare e così via. Oltre agli Dei troviamo l'utilizzo di simboli uguali in diversi miti.
Alcuni esempi sono:

  • Nei Misteri Eulesini il sacerdote Demetra mostra una spiga.
  • Dal mito di Eros e Psiche , quest'ultima offri a cerbero una focaccia di farina, miele e vino per arrivare a Persefone.
  • Il Culto di Dionisio, caratterizzato dall'uso sacro della vite e del vino che si trasforma successivamente nelle sublimazione dei Misteri Orfici.
  • Nel Cristianesimo i simboli di Pane e Vino sono il fondamento del culto.
  • Nell'Ultima Cena Gesù offre pane e vino dicendo "Questo è il mio Corpo, questo è il mio Sangue".
"Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me"
"Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne berrete, in memoria di me"
~Gesù


Simbolo - Sintesi finale - Step 24

Questo Blog è incentrato sul termine " Simbolo ", studiandone la  definizione  e i  significati  si scopre che in passato questo ...